Nella società contemporanea, molte persone, a prescindere che si tratti di uomini o donne, di adulti o adolescenti, appartenenti a tutte le fasce socio-economiche e culturali della popolazione, presentano una “Dipendenza Patologica”.
Accanto alle tradizionali Dipendenze da uso di sostanze (legali e/o illegali), ovvero da alcol, tabacco, amfetamine, cannabis, cocaina, eroina, allucinogeni, nicotina, oppiacei, sedativi, ipnotici o ansiolitici, si diffondono con sempre maggiore velocità Dipendenze Comportamentali che vengono classificate come “Nuove Dipendenze Patologiche”.
Queste ultime si caratterizzano per il fatto che l’oggetto della dipendenza non è una sostanza, ma un comportamento problematico che condiziona pesantemente la vita della persona e che a seconda dei casi può collocarsi nell’area dell’alimentazione (si parla in tali casi di ); dell’uso della tecnologia (il soggetto sviluppa Internet Addiction Disorder – I.A.D.); dell’esercizio fisico; della sessualità; del gioco d’azzardo; dell’uso di giochi virtuali ed interattivi; dell’uso di social network; degli acquisti compulsivi (on-line e non).
A questo si aggiunge che una stessa persona può usare più sostanze, presentare cioè poliabuso (per esempio, alcol e cocaina); manifestare più tipi di dipendenza patologica (“tradizionale” o “nuova”) contemporaneamente, ovvero polidipendenza (per esempio, da ansiolitici e da Anoressia); transitare da una forma di dipendenza (comportamentale o da uso di sostanze) a un’altra nel corso del tempo, sviluppando crossdipendenza (per esempio, dopo aver fatto uso massiccio di cannabis, inizia ad usare eroina).
In ogni caso, a prescindere dalla sostanza prescelta e dal comportamento problematico agito, il soggetto che sviluppa Dipendenza Patologica presenta:
- COMPULSIVITÀ, nei termini di impossibilità a resistere all’impulso di mettere in atto il comportamento d’uso della sostanza o il comportamento problema;
- CRAVING, ovvero la sensazione crescente di tensione prima di usare la sostanza prescelta o di mettere in atto il comportamento problema;
- PIACERE o SOLLIEVO durante la messa in atto del comportamento;
- PERCEZIONE DI PERDITA DEL CONTROLLO;
- PERSISTENZA DEL COMPORTAMENTO, nonostante le conseguenze negative che ne derivano.
Concludendo, nonostante ciascun individuo che soffre di dipendenza da una sostanza (legale o illegale) o da un comportamento problematico come sopra descritto (“Nuove Dipendenze Patologiche”), con differenti gradi di gravità psicopatologica, meriti un approfondimento anamnestico, diagnostico e clinico (soprattutto in relazione alla sua organizzazione di personalità), in tutti i casi da un lato la Dipendenza Patologica è la risposta al disagio emotivo, acuto o cronico, della persona che la sviluppa; dall’altro il soggetto con la psicopatologia in questione nega di avere un problema di Dipendenza.
Piuttosto, la persona con Dipendenza Patologica:
- prova ad automedicare la propria sofferenza psichica (diagnosticata o non diagnosticata che sia);
- non è capace di prendersi cura di sé e si mette in condizioni di rischio;
- non riesce a soffermarsi sull’eventuale paura avvertita in determinate circostanze;
- a seconda dei casi, ricorre all’uso di sostanze o mette in atto il comportamento problematico per migliorare, controllare, cambiare o attenuare esperienze affettive troppo intense o confusive.
In altri termini, la Dipendenza Patologica è sovente una risposta autoconsolatoria a:
- esperienze di vita dolorose;
- l’attribuzione di scarso valore a sé stessi;
- depressione (nel senso ampio del termine);
- sentimenti di noia.
Così, impegnata incessantemente in siffatta autoconsolazione distruttiva e mortifera, la persona con il Disturbo in questione può instaurare relazioni affettive deludenti, instabili, caotiche che aumentano il suo senso di solitudine e la sua vulnerabilità, imbattendosi ulteriormente in tutti quei vissuti emotivi che (talvolta sin dalle fasi più precoci della sua vita) l’hanno già spinta verso l’uso della sostanza o il comportamento patologico, tra il bisogno estremo dell’incontro con l’Altro e la negazione del bisogno dell’Altro.