Il Coronavirus ed il suo lessico emotivo: III parte …. sulla possibile ambivalenza verso il distanziamento sociale.

Il Coronavirus ed il suo lessico emotivo: III parte …. sulla possibile ambivalenza verso il distanziamento sociale.


L’espressione “distanziamento sociale” è talmente ricorrente nella narrazione collettiva in tempi di Coronavirus che vale la pena soffermarsi su cosa essa attivi emotivamente, così come fatto a proposito dei termini “virus”, “virale”, “contagio” e “contaminazione”.

 

Le parole “distanziamento” e “sociale”

 Da un lato, il verbo “distanziare” indica generalmente:

  • l’atto di frapporre una distanza che serve, per esempio, a conquistare un certo vantaggio rispetto ad un avversario, oppure, a lasciare dietro di sé qualcuno a una data distanza;
  • il superare qualcuno in abilità ed impegno.

Dall’altro, l’aggettivo “sociale”, dal latino “socius”, compagno:

  • si riferisce a colui che fa vita associata;
  • è usato in relazione all’ambiente in cui ogni individuo svolge la propria vita, per tutto ciò che concerne i rapporti con gli altri.

Mettendo insieme queste due parole viene subito da commentare che il “distanziamento sociale”, ovvero il presidio comportamentale ad oggi più efficace per contrastare la diffusione del Coronavirus (diffusione pericolosa quanto articolata) corrisponde ad una strategia di superamento di un problema che considera il Coronavirus come un avversario da evitare e da superare, in velocità e modalità di circolazione, ogni volta che lo si potrebbe incontrare nelle quotidiane appartenenze sociali, fatte di relazioni concrete e di corpi che condividono spazi.

 

La risposta emotiva alle parole

 Per quanto sopra descritto, sembra quindi importante mettere in evidenza che il “distanziamento sociale” può attivare in ciascuno un’AMBIVALENZA di fondo perché:

  • è vero che il senso civico di molti ha prevalso sui bisogni individuali e che l’impegno dei cittadini ad astenersi il più possibile dalle aggregazioni sociali di tutti i tipi, seguendo le indicazioni e i Decreti governativi, sta dando i suoi frutti (riduzione complessiva del numero di ricoveri negli Ospedali come conseguenza di una presunta diminuzione del numero dei contagi e/o di interventi sanitari precoci atti a non far aggravare il quadro clinico dei contagiati sintomatici);
  • ma è vero pure che, trattandosi di una strategia che va al cuore di come le persone affrontano moltissimi aspetti della loro quotidianità e di come gestiscono le loro abitudini di convivenza sociale financo i loro legami affettivi, vengono chiamate in causa la libertà di circolazione, la discrezionalità delle scelte, l’intimità dei legami di ciascuno.

In altri termini, potremmo affermare che il “distanziamento sociale” è tanto fondamentale, quanto difficile da sostenere, non solo sul piano concreto, ma anche su quello simbolico.

 

Concludendo

 Pertanto, nel tentativo di mettere a fuoco i risvolti emotivi della Pandemia da Coronavirus, accanto alle già descritte sensazioni di incredulità e vulnerabilità, è sembrato utile aggiungere una riflessione sulla possibile AMBIVALENZA nel praticare il “distanziamento sociale”, non per limitarne l’applicazione cui tutti dobbiamo attenerci rigorosamente, ma per sostenerne in maniera convita l’importanza, integrando e dando il giusto peso proprio a quelle resistenze che l’ambivalenza in questione porta in sé.

In definitiva, anche e soprattutto nel caso della pandemia da Coronavirus, l’essere umano è chiamato a fare i conti con le sfide che la Società Globale (o meglio, in questo caso, le sue degenerazioni nei termini di alterazione degli ecosistemi come causa primaria di fenomeni patogeni di tipo virale) impone inesorabilmente e cui solo lo sviluppo della Scienza, della Téchne e di un ritrovato Senso Civico Globale può fornire risposte adeguate, prendendo le distanze da molti dei comportamenti politici, economici e sociali che in precedenza, talvolta con incoscienza e talaltra con tracotanza, sono stati messi in essere dai singoli e dalle collettività, rivelandosi alla lunga estremamente nocivi e pericolosi.

Amelia Frasca

Dott.ssa Amelia Frasca

Psicologa Psicoterapeuta Catania


Sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta con formazione psicoanalitica. Mi occupo di terapia dell’adulto e dell’età evolutiva (bambini ed adolescenti), sia in assetto individuale che familiare o di gruppo. Sono specializzata nel trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione e dei gravi Disturbi Psichici.